Maurizio Tiriticco - anno scolastico 2007-2008
Maurizio Tiriticco - 20-08-2008
La società della conoscenza?

Quando si vuole sottolineare una delle caratteristiche di queste società ad alto sviluppo, tecnologicamente avanzate, terziarizzate, si ricorre spesso all'espressione "società della conoscenza". E non è errato! In effetti, una delle ragioni per cui si è giunti a tale grado di sviluppo - e che procede con ulteriori accelerazioni - va ricercata nel fatto che le conoscenze hanno raggiunto livelli mai toccati nella storia dell'uomo. E' quasi un tormentone constatare che negli ultimi trent'anni si sono raggiunti livelli tali di saperi a fronte dei quali è ben poca cosa ciò che l'uomo ha prodotto nelle migliaia di anni precedenti!
Ed è chiaro che al concetto di "società della conoscenza" si associano buone dosi di ottimismo per il nostro futuro: malattie debellate, lo spazio a portata di mano, beni prodotti a iosa e così via. Se poi più della metà del pianeta non fruisce di tali vantaggi, se il clima va degenerando, se nuove e sempre più massicce migrazioni rischiano di sconvolgere assetti culturali che nel corso dei secoli si sono venuti consolidando, l'ottimismo non manca: la "società della conoscenza" porrà rimedio a tutto! A meno che...
Maurizio Tiriticco - 05-08-2008
In un quadro normativo così incerto in ordine ai curricoli - per non dire delle incertezze in ordine alla disponibilità delle risorse umane e finanziarie - il disegno di legge recentemente approvato dal CdM che, per quanto riguarda l'istruzione, introduce la valutazione del comportamento e la disciplina "Cittadinanza e Costituzione", risponde a necessità reali o vuole essere soltanto un segnale dell'avvio di un rinnovato rigore nei confronti dei soli studenti? In altri termini, le loro insufficienze sono attribuibili soltanto ad un loro disimpegno? O non vi sono altre ragioni, di struttura, di ordinamento, di metodologia?
Maurizio Tiriticco - 27-06-2008
Il "nuovo" esame di Stato non è né nuovo né vecchio: non è più di maturità, ma non certifica neanche competenze. Così i nostri giovani e l'Unione europea possono attendere! E' da tale ambiguità che discendono anche gli errori di cui ci si lamenta per quanto riguarda la somministrazione delle prove.
Maurizio Tiriticco - 10-06-2008
Pare che sparare sul pedagogista stia diventando uno sport nazionale, quando si affrontano le difficoltà che il nostro Sistema di istruzione sta attraversando. Anche ieri sera ad Otto e mezzo, programma serale de La Sette, Giorgio Israel, che ha recentemente pubblicato per le Edizioni Lindau Chi sono i nemici della scienza? Riflessioni su un disastro educativo e culturale e documenti di malascienza, non ha esitato ad affermare che tale disastro dipende, appunto, dal fatto che la pedagogia da troppi anni si è abbattuta come uno tsunami sulla nostra scuola,
Maurizio Tiriticco - 04-06-2008
Fino a quando tollereremo che la deriva leghista insulti la comunità nazionale? Sono veramente solo espressioni colorite quelle di Bossi quando ci annuncia che sono pronti i fucili per la guerra di liberazione della Padania oppressa da Roma ladrona? E' accettabile che il signor Calderoli, ministro della Repubblica, dichiari candidamente che la Lega alla manifestazione del 2 giugno ha inviato un suo ambasciatore?
Maurizio Tiriticco - 05-05-2008
Un Paese complesso non si può più permettere di distinguere la competenza politica dalla competenza professionale. Oggi un politico è tanto più tale - nel senso della efficienza e della efficacia della sua azione - quanto più è a conoscenza del settore che è chiamato a dirigere: per esperienza diretta, perché lo ha studiato, perché ha prodotto pubblicazioni mirate, ed altro ancora! E si tratta di una competenza che non si improvvisa con qualche frettolosa audizione, ma che si matura nel corso degli anni. Nella democrazia semplice di un Paese povero, forse, potevano essere sufficienti l'intelligenza, l'onestà, uno spirito di servizio, perché i problemi, forse, erano altrettanto semplici. Oggi tutto è estremamente più complicato, ed altrettanto intelligente e competente deve essere un gruppo dirigente! A meno che non voglia costituirsi ad aeternum come una irremovibile casta!
Maurizio Tiriticco - 22-04-2008
Stando al tormentone del totoministri che la stampa ci propina giorno dopo giorno, è evidente che un Ministro di alto profilo, per quanto riguarda l'istruzione, l'università e la ricerca, è lontano mille miglia dai pensieri dell'attuale maggioranza politica! Se è vero che il Sistema educativo di istruzione e formazione nella società della conoscenza dovrebbe costituire un fattore primario di sviluppo, è altrettanto vero che un tale dicastero non dovrebbe essere assegnato solo in ordine all'esito del gioco dei bussolotti.! Ma... così vanno le cose in questo nostro strano Paese!
Maurizio Tiriticco - 17-04-2008
E' opportuno e doveroso che il nuovo Governo non si avventuri in spericolate operazioni di Punto e capo e che riprendesse, invece, le fila di un discorso e di una iniziativa che il Centro-sinistra hanno avviato senza sventolii di bandiere, recependo le esigenze di rinnovamento del nostro Sistema di istruzione, rinnovamento che ci chiedono i giovani e che ci sollecita l'Unione europea. Un segnale importante sarebbe se il dicastero dell'Istruzione e dell'Università venisse affidato ad un figura di alto profilo, consapevole dello scenario in cui dovrà operare e capace di dare continuità alle iniziative intraprese dal precedente Governo, assolutamente coerenti con le esigenze dei nostri giovani e con le numerose Raccomandazioni del Parlamento europeo. Se così non fosse, i primi a soffrirne sarebbero proprio i nostri giovani! E i nostri insegnanti andrebbero veramente allo sbando!
Maurizio Tiriticco - 08-04-2008
nella cosiddetta società della conoscenza, l'educazione e l'istruzione devono essere azioni concomitanti ed assolutamente pervasive, perché non riguardano più solo i bambini che crescono e che devono essere socializzati ad un dato contesto sociale ed indirizzati a dati mestieri e professioni, ma riguardano i cittadini tutti e per tutta la loro vita. Le tre fasi della vita di un tempo, andare a scuola, lavorare e andare in pensione, sono assolutamente saltate e la funzioni stesse dell'educare e dell'istruire sono cambiate.
Maurizio Tiriticco - 19-03-2008
Il documento con cui si traccia il rilancio dell'istruzione tecnica e professionale intitolato Persona, tecnologie e professionalità, recentemente prodotto dalla Commissione ministeriale ad hoc, è indubbiamente interessante e, per certi versi, nuovo nel suo impianto e nelle sue argomentazioni. In effetti, la prospettiva di promuovere un'istruzione tecnica di tutto rispetto, assolutamente riscattata dal suo vizio di origine gentiliano, per cui tutto ciò che non è classico e letterario sarebbe sempre un qualcosa di secondo livello, è assolutamente necessaria. L'evoluzione dei saperi nelle società avanzate ci ha ormai confermato da tempo che sul piano della ricerca e dello sviluppo delle conoscenze non ci sono gerarchie di sorta. Le ricadute di tale assunto sui processi educativi sono altrettanto importanti e determinanti, per cui è assolutamente necessario che tutti i percorsi dell'istruzione postobbligatoria vengano riordinati e vengano cancellate per sempre gerarchie che non hanno più ragion d'essere.

Maurizio Tiriticco - 04-03-2008
Il biennio che ha avuto inizio lo scorso settembre, com'è noto, ha carattere sperimentale, e siamo di fronte ad un duplice lavoro: da parte delle scuole, impegnate nell'operazione "obbligo"; da parte del legislatore, impegnato ad un riordino complessivo dell'intera istruzione secondaria. A mio avviso, occorrerà privilegiare la terminalità di un obbligo più che una sua propedeuticità; od a contemperare convenientemente le due istanze. Ma a questo proposito il discorso è tutto aperto. La cosa più importante, e che tutti dobbiamo condividere, è che oggi la "scuola elementare" che si conclude con un rinnovato biennio di un Paese dell'Unione europea è tenuta a far sì che tutti i suoi cittadini conseguano quelle competenze di cultura e di cittadinanza che sono indicate dalle Risoluzioni europee. E sono questi gli obiettivi che l'intero nostro percorso decennale deve realizzare senza interruzioni di sorta, anche se con il pieno rispetto dei ritmi di crescita/sviluppo dei nostri obbligati!
Maurizio Tiriticco - 21-02-2008
Un impegno per il Partito Democratico!

Ciò che non convince nei programmi elettorali a proposito di quella cosa che tutti continuano a chiamare scuola e che invece in una società avanzata dovrebbe costituire un vero e proprio Sistema educativo nazionale di istruzione e formazione è che si avanzano proposte, anche interessanti, le quali, però, non sempre hanno buone gambe per marciare! Due sono le considerazioni da fare, la prima riguarda il breve termine, la seconda, invece - ed è quella che conta di più - riguarda il lungo termine.
Maurizio Tiriticco - 29-12-2007
Della ragione, delle emozioni e delle discipline

L'amica Flavia Marostica, dell'Irre Emilia-Romagna, ha reagito così al mio ultimo scritto: "Mi è piaciuto molto l'ultimo tuo articolo sulle abilità metaemozionali o intelligenza emotiva. Sono perfettamente d'accordo. Purtroppo i miei amici disciplinaristi (con cui condivido quasi tutto) ancora non riescono ad accettare questa dimensione e quasi sempre ne ignorano l'importanza per lo stesso apprendimento disciplinare".
Con argomentazioni diverse anche Marco Lodoli interviene, anche se indirettamente, sul tema delle emozioni in Se la ragione è un ferro vecchio, su "la Repubblica" del 27 dicembre. Lo spunto è dato dal fatto che la sua alunna Francesca va pazza per il complesso dei Negramaro, la cui divisa è "conta solo il cuore, la testa a casa". Di qui la preoccupazione di Lodoli: la testa non è affatto una variabile inutile; vi sono episodi della nostra storia recente e della vita quotidiana a dimostrare che il cuore spesso prevale sulla ragione. "Come un'onda - afferma - il sentimento incalza, preme, sale, ma la ragione deve alzare le sue dighe, scavare canali, dirigere quella spinta per farla diventare utile e vantaggiosa per i campi scoscesi della vita: altrimenti è solo frenesia che inonda e distrugge. Il bene è un prodotto dell'intelletto, sostenevano Socrate e i professori, il risultato di una riflessione su di sé e sul mondo. E ogni artista sa che il primo verso viene dal cuore, ma poi serve un lungo lavoro per dare forma a quell'emozione". In effetti, "bisognerebbe ridare dignità al pensiero e mettere in guardia i ragazzi dalle carognate che il cuore può produrre. Chi uccide la fidanzata o la moglie per gelosia o brama di possesso obbedisce al cuore. Il serbo che sparava al croato vicino di casa seguiva la voce dissennata del cuore. I tutsi che ammazzavano gli hutu a colpi di machete ascoltavano i consigli folli del cuore. E i ragazzi che si buttano via in una notte decerebrata corrono dietro agli ordini del cuore".
Per quali ragioni i due scritti possono essere considerati insieme? Perché in effetti in essi si intrecciano più "oggetti" che costituiscono materia del nostro quotidiano "fare scuola": la ragione, le emozioni, le discipline. Entriamo nel merito.
Maurizio Tiriticco - 11-12-2007
Non ritorno sugli ultimi dati OCSE-PISA e IEA-PIRLS che sono stati già abbondantemente commentati e che segnalano certamente il cattivo stato di salute della nostra scuola, o meglio - come è più corretto dire - del nostro Sistema educativo nazionale di istruzione e formazione. Sono dati su cui, ovviamente, occorre riflettere in modo più approfondito. In questa sede mi interessa rilevare il divario che corre tra il prodotto della nostra scuola primaria e quello della nostra scuola secondaria, relativa alla fascia di età dei quindicenni: ne risulta che il nostro primo ciclo tiene, e tiene bene, mentre è nel secondo ciclo che emergono serie difficoltà, le quali, per altro, sembrano procedere spedite, e senza alcun ritorno, fino agli studi universitari.
Quindi, il nodo - almeno ad un primo livello di osservazione - sembra essere nel passaggio dalla scuola primaria alla scuola media e di qui al successivo biennio.
Maurizio Tiriticco - 25-09-2007
Nella mia lunga carriera ispettiva ho spesso assistito sia a lezioni che a interrogazioni e a colloqui in sede di esami di Stato; ed altrettanto spesso ho avvertito che il criterio test, o meglio che il rigore della informazione erogata (la lezione) o dell'informazione richiesta (interrogazione) o proposta (colloquio) non era affatto considerato e si vagolava all'insegna della improvvisazione e della casualità (e soprattutto proprio da parte di quegli insegnanti che vedevano nei test strumenti di nessun valore e di nessuna valenza formativa).
Maurizio Tiriticco - 15-09-2007
L'innalzamento dell'obbligo di istruzione costituisce nel contempo una svolta e una sfida.
Una svolta perché sono anni che il nostro Sistema di istruzione deve mettersi al passo con i maggiori Paesi dell'Unione europea in cui l'obbligo - pur se in forme diverse rispetto alle scelte da noi effettuate - da anni investe tutti i cittadini fino, ed oltre, ai 16 anni di età (solo in rari casi si raggiungono i 15 anni).
Ed una sfida, anzi più sfide, perché dobbiamo impegnarci su più fronti: abbattere nei tempi brevi la dispersione che nel nostro Paese raggiunge percentuali di gran lunga superiori a tutti i Paesi ad alto sviluppo...
Maurizio Tiriticco - 03-09-2007
Nel documento che descrive i quattro assi culturali che dovranno essere considerati negli insegnamenti dei bienni dell'istruzione secondaria superiore investiti dall'innalzamento dell'obbligo viene opportunamente distinto l'asse dei linguaggi da quello matematico. Tuttavia, occorrerà assolutamente evitare che gli insegnanti di materie letterarie e quelli di matematica progettino percorsi formativi tra loro assolutamente diversificati. Infatti, occorre tenere presente alcune circostanze.
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